Info
- Popolazione
- 12.230.730
- Crescita demografica
- 2,89 %
- PIL
- 0,00 USD
- PIL pro capite
- 0,00 USD
La Cooperazione Italiana nel Paese
Nel corso di questi ultimi anni il Governo italiano ha finanziato l’emergenza in Sud Sudan attraverso il canale bilaterale e multilaterale con iniziative sia di tipo ordinario sia di emergenza , per un totale complessivo di circa 17 milioni di euro. E’ attualmente in corso un’iniziativa regionale multisettoriale che fa fronte all’emergenza rifugiati (AID 10876) in affidamento bilaterale alle Ong in favore degli sfollati e rifugiati sud sudanesi in Sud Sudan, Etiopia e Uganda per il rafforzamento dei settori sanitario, sociale e nutrizionale, per un ammontare di euro 3.900.000. Nell'ambito dell'iniziativa sono finanziati 10 progetti, 4 in Sud Sudan, 3 nei campi rifugiati in Uganda e 3 nei campi in Etiopia. Le attività dei progetti sono partite nel mese di agosto 2017, e termineranno a maggio 2018. Ad oggi l'impatto dell'iniziativa risulta essere particolarmente positiva, sia grazie alla presenza delle ONG italiane in contesti bisognosi e strategici, sia per la qualita' e la buona riuscita dei progetti stessi.
E’ stata inoltre approvata una seconda iniziativa di emergenza regionale - Iniziativa di emergenza in favore dei rifugiati e sfollati sud sudanesi, vittime della crisi umanitaria e delle comunità ospitanti (AID 11211) – volta a migliorare le condizioni di vita delle fasce più vulnerabili della popolazione sfollata, dei rifugiati e delle comunita’ ospitanti in Sud Sudan e Uganda con specifico riferimento alla sicurezza alimentare, alla salute, alla nutrizione, all’accesso all’acqua, alla protezione dei minori e contrasto delle violenze di genere. Nello specifico si intende potenziare la produttività agricola e promuovere un equo accesso ai servizi di base, sia socio-sanitari, sia di tutela ed inclusione sociale, per le fasce più vulnerabili della popolazione rifugiata, sfollata e delle comunità ospitanti.
Documento strategico di sviluppo nel paese
Tenuto in considerazione il fragile contesto del paese, al momento il Sud Sudan non dispone di un Documento strategico per lo sviluppo.La strategia italiana e settori di intervento
Con la nuova iniziativa si intendera’ contribuire al miglioramento delle condizioni di vita delle fasce più vulnerabili della popolazione di rifugiati e sfollati Sud Sudanesi e delle comunità ospitanti in Sud Sudan, Etiopia e Uganda, rafforzando e promuovendo un equo accesso ai servizi, creando nuove forme di impiego e mezzi di sostentamento, e sostenendo la mitigazione dell’impatto ambientale del fenomeno migratorio. Nello specifico si intende: rafforzare l’erogazione di servizi in ambito sanitario, supporto psico-sociale e salute mentale; dell'istruzione e formazione professionale; migliorare e diversificare i mezzi di sostentamento anche grazie allo sviluppo di nuove competenze; migliorare le condizioni sociali ed economiche femminili; garantire un equo e sostenibile accesso alle risorse naturali per supportare la pacifica convivenza e l’inclusione sociale tra la popolazione più vulnerabile rifugiata e le comunità ospitanti.
Le attività del programma rafforzeranno i servizi già esistenti in loco presso i campi rifugiati e le comunità ospitanti, in stretta collaborazione con le autorità locali e i partner internazionali, evitando in questo modo iniziative parallele e duplicazioni.
Così come previsto dalla Programmazione Paese 2017-2019 in Etiopia, anche in Sud Sudan si privilegerà la tematica di genere, assicurando che un minimo del 5% delle azioni sia rivolto alle donne. Le emergenze umanitarie causate dalla guerra o dai disastri naturali hanno, infatti, profonde e diverse ripercussioni sulle donne e sulle ragazze. Per quanto riguarda i giovani si segnala la necessita’ di attivita’ che li impegnino e che vadano oltre la semplice animazione sociale, bensi’ sono previste azioni tali da sviluppare le loro competenze, suscitare il loro interesse e tenerli lontani da alternative pericolose, quali ad esempio il ritorno in Sud Sudan per unirsi ai gruppi armati, banditismo e, non da ultimo, abuso di sostanze. Il concetto di idleness, ovvero del non avere nulla da fare durante tutta la giornata e vagare senza scopo nelle aree, talvolta limitate, dei campi, e’ portato sempre piu’ spesso come problematica prioritaria da affrontare.
Allineamento con la strategia del Governo locale e armonizzazione con gli interventi della comunità dei donatori
La crisi del processo di pace Sud sudanese, iniziato ad Agosto 2015, ed il conseguente intensificarsi del conflitto hanno condotto negli ultimi due anni ad una delle piu’ gravi emergenze rifugiati in Africa.
Nel corso del 2017 sono stati lanciati diversi appelli dalla comunita’ internazionale; l’agenzia delle Nazioni Unite per gli aiuti umanitari, OCHA, ha gia’ elaborato un Piano di Risposta Umanitaria in Sud Sudan per il 2018 (Humanitarian Response Plan 2018 ) che richiede un finanziamento da 1.72 Miliardi USD, identificando 7 Milioni di persone come bisognose di aiuti su una popolazione totale di circa 12 Milioni. I settori in cui si registra una maggiore vulnerabilita’ e quindi una maggiore necessita’ di aiuti sono: sicurezza alimentare (827 Milioni USD), nutrizione (195 Milioni USD), sanita’ (158 Milioni USD), WASH (155 Milioni USD), e protezione (129 Milioni USD).
Inoltre, la forte siccita’ che nel 2017 ha colpito tutto il Corno d’Africa ha aggravato ulteriormente la gia’ precaria situazione di sicurezza alimentare interna e dei paesi limitrofi. L’attuale crisi umanitaria ha costretto circa 4 milioni di persone ad abbandonare le proprie case. Secondo gli ultimi dati di UNHCR, all’interno del paese sono presenti 1.93 milioni di sfollati e 1.83 milioni di persone hanno chiesto asilo nei paesi limitrofi. Solo in Uganda si e’ arrivati alla cifra di oltre 1,1 milioni di rifugiati a gennaio 2018. L’aumento considerevole nel numero di profughi all’interno del Paese invece, e’ dovuto all’estendersi dei conflitti nelle regioni dell’Eastern e Central Equatorial che ha costretto le persone alla fuga perche’ ridotti alla fame in seguito all’abbandono forzoso dei campi.
In occasione dell’Uganda Solidarity Summit on Refugees, tenutosi a Kampala dal 22 al 23 Giugno del 2017, il Governo ha espressamente richiesto il supporto internazionale per sostenere la risposta all’emergenza rifugiati.
Nonostante le autorita’ ugandesi si distinguano per un programma di accoglienza tra i piu’ generosi al mondo (dove ai rifugiati viene concessa la piena liberta’ di movimento su tutto il territorio nazionale, documenti di riconoscimento e possibilita’ di lavoro), i ritmi con cui continuano ad affluire nuovi rifugiati stanno mettendo a dura prova gli equilibri sociali ed economici soprattutto nella regione del West Nile. Ad oggi l’Uganda accoglie il numero piu’ elevato di rifugiati tra gli stati dell’Africa Subsahariana, seguito dall’Etiopia; le comunita’ ospitanti e le autorita’ locali di conseguenza non possono da sole avere le capacita’ di sostenere questo modello di accoglienza dei rifugiati, per quanto virtuoso.
Le dimensioni e i numeri dell’attuale emergenza rifugiati richiedono un intervento di supporto ai servizi che vengono gia’ forniti nei campi e nelle comunita’ ospitanti con un approccio regionale, che tenga conto della difficile situazione dei campi rifugiati presenti lungo il confine ugandese-sud sudanese ed etiope-sud sudanese. Guardare alla questione rifugiati sud sudanesi da una prospettiva regionale permettera’ inoltre di seguire gli sviluppi della creazione di questa nuova policy di accoglienza dei rifugiati nei due paesi, mettendo a confronto i due approcci e le varie lessons learned, e riflettendo su potenziali sinergie
Durante le missioni di monitoraggio sui precedenti programmi di emergenza (AID 10876 in primis) i rappresentanti sia dell’Ufficio del Primo Ministro in Uganda, sia di ARRA in Etiopia, hanno espresso gradimento e supporto per i programmi in corso, oltre a suggerimenti sull’evolversi dei bisogni piu’ difficili da soddisfare. Ad esempio, la tematica della tutela ambientale nelle zone dei campi rifugiati: come ha fatto presente l’Ufficio del Primo Ministro a Kampala, in aree dove normalmente vivevano circa 700.000 persone, ora ne vivono quasi due milioni, con un impatto enorme sulle risorse naturali e sull’ambiente in generale, soprattutto in termini di disboscamento, scarsita’ di risorse idriche, congestione delle infrastrutture sociali e di trasporto, etc.
Con questo nuovo intervento si intende quindi dare continuita’ all’impegno preso sulla tematica degli sfollati e rifugiati sud sudanesi tramite inteventi precedenti (AID 10876 e AID 11211), ma anche rispondere ad un contesto in continua evoluzione, non solo per la portata ed i numeri del fenomeno stesso, ma anche, e soprattutto, per i nuovi paradigmi di risposta che la comunita’ internazionale e i governi locali si sono voluti dare e a cui ora va dato seguito, a partire dalle best practices.
Obiettivi e risultati attesi
I risultati attesi riguarderanno quindi aree di intervento considerate prioritarie sia dalle autorita’ locali, sia dalla Cooperazione Italiana, e in particolare:
1. Migliorata la qualità e l’accesso ai servizi sanitari. Rafforzati i servizi di salute preventivi, curativi, nutrizionali e i servizi di trattamento e riferimento delle emergenze sanitarie (con particolare attenzione alle emergenze ostetriche, pediatriche e nutrizionali);
2. Rafforzata la qualità e l’accesso all’assistenza psico -sociale e ai servizi di salute mentale post-traumatica per la popolazione vulnerabile, in particolare per le persone con disabilita’ fisica e mentale e per le vittime di violenza di genere;
3. Raffoarzata la sicurezza alimentare e la resilienza degli sfollati, dei rifugiati e delle comunita’ ospitanti, anche grazie ad azioni di formazione e che favoriscano lo sviluppo di competenze (skills development) spendibili ora ed in futuro;
4. Rafforzati i servizi di accesso ai servizi WASH per la popolazione più vulnerabile, in particolare presso le infrastrutture sociali (scuole, ospedali, centri di animazione giovanile, etc.) e a favore di soggetti diversamente abili;
5. Rafforzata la qualita’ dell’offerta scolastica e formativa e favorito l’accesso, anche grazie ad attivita’ di animazione sociale e attivita’ ludico-sportive-ricreative;
6. Promosse la conoscenza e buone prassi sulla tematica di salvaguardia ambientale tra sfollati, rifugiati e comunita’ ospitanti al fine di adottare stili di vita piu’ sostenibili e promuovere una pacifica convivenza
I beneficiari diretti saranno le popolazioni residenti nelle aree selezionate dagli interventi, comprendendo sia la popolazione rifugiata e sfollata, sia le comunita’ ospitanti (sia in Uganda che in Etiopia, le percentuali richieste sono nella propozione di 70%-30%). Le iniziative implementate promuoveranno quindi un approccio integrato tra i due gruppi, con particolare attenzione alle categorie più vulnerabili come i minori, le madri sole, le persone disabili e le vittime di violenza di genere.
Inoltre, si prediligeranno azioni che favoriscano lo sviluppo umano degli sfollati e dei rifugiati, anche grazie all’acquisizione di competenze spendibili ora e nel prossimo futuro.
Un approccio siffatto si inserisce a pieno titolo nel discorso di innovazione e adeguamento agli impegni internazionali in tema di nesso tra emergenza e sviluppo, intrapreso dall’AICS gia’ dal 2016. Tale processo ha portato all’approvazione della Delibera n. 66 del 19 maggio 2017 che rende appunto integrate, simultanee e complementari le attivita’ di emergenza e di sviluppo.
3 Mostra la lista dei progetti
I progetti AICS nel mondo
€ 1.687.995
Totale delle risorse impegnate
€ 1.007.006
Totale delle risorse utilizzate
Per cosa vengono utilizzati?
Il settore di intervento si riferisce al settore cui il progetto contribuisce, piuttosto che al mezzo utilizzato per fornire l’aiuto. Per esempio, un progetto di formazione nel campo dell’agricoltura è notificato nel settore agricoltura e non in quello dell’istruzione. leggi tutto chiudi
Con quali strumenti?
Identifica le modalità usate per implementare gli aiuti. Classifica il trasferimenti di fondi dal donatore al primo ricevente (es. dall’Aics ad una al governo locale o ad una organizzazione multilaterale). leggi tutto chiudi
Progetti di cooperazione | 1.007.007 |